Il Secentismo: tra Marinismo e Classicismo

Saggio breve

Il Secentismo: tra Marinismo e Classicismo

Il ‘600 è il secolo generalmente definito come “Secentismo” o “Barocco”.Il termine ”barocco” (da perla irregolare o sillogismo debole), gli è stato attribuito circa un secolo dopo, dagli illuministi, che lo consideravano come un periodo irrazionale, colpito da una profonda crisi:politica, sociale e soprattutto morale. La crisi morale era dovuta in particolar modo alle numerose scoperte scientifiche e all’affermarsi delle teorie copernicane. L’uomo si sente perso nell’immensità del cosmo, poiché viene sradicata la teoria antrocentrica, le osservazioni del cielo di Galileo avevano confermato la somiglianza tra Cielo e Terra, quindi non esiste più il concetto di “perfetto” e “imperfetto”, o di “alto” e “basso”. Nasce così una nuova visione del mondo, basata sul “basso”, sul “terreno”: tutto è soggetto al tempo e l’uomo non trova più la sua massima giustificazione nella fede, nell’amore, nei valori classici, poiché unico punto fisso dell’esistenza sembra essere il piacere e il godimento. Come l’occhio di Galilei scrutò il cielo, così l’occhio del pittore, dell’artista, del poeta osserva ponendo attenzione sull’eccezione, le particolarità nascoste e gli spazi di ombra mai resi noti. I maggiori poeti di questo periodo sono: Giovan Battista Marino e Gabriello Chiabrera. Questi due rappresentano al meglio il ‘600: il primo è definito come il <cantore del lusso e della lussuria> che rappresenta la modernità e ha dato vita al Marinismo; il secondo è definito “classicista”, poiché ha cercato di rimanere fedele alle regole del classicismo cinquecentesco e ha dato vita al Classicismo barocco. Le somiglianze e le differenze tra Marino e Chiabrera sono meglio espresse nelle poesie “Onde dorate” e “Riso di bella donna. Innanzitutto ciò che accomuna tutti i poeti di questo periodo è l’esagerato uso di figure retoriche, in particolare della metafora, che risulta essere il migliore strumento di decodificazione del reale. Marino è molto innovativo, sia riguardo la forma che il contenuto: rendere poetabile qualsiasi argomento, con l’uso di artifici retorici, mostrando la sua bravura e difendendo la propria dignità di poeta. Infatti rende poesia anche gesti banali, come il semplice movimento del pettinarsi di una donna, che viene trasformato in un vivo paesaggio marino, attraverso segni, simboli che risvegliano i sensi del lettore, riproducendo immagini sensuali che suscitano una meraviglia continua. Il protagonista della sua poesia è il linguaggio, per cui il contenuto perde il suo valore originario e lascia un vuoto colmato dalla musicalità e da immagini.Le immagini esprimono l’animo del poeta e dei lettori, un animo dominato dal tormento e dall’agitazione, come il mare che diventa “procelloso” e infine trova pace, poiché lo scoglio è di diamante e il golfo è d’ oro. Tutto questo è un insieme di allegorie, di reti di corrispondenze, incalzanti metafore che non solo vogliono rappresentare la presenza di Amore, ma la sua frivolità come tutti gli altri valori. È questa una visione pessimista che trova uno spiraglio di luce nel punto fermo dell’esistenza: il piacere. Così la conoscenza dell’uomo si limita alla ricerca del piacere poiché tutto ciò che ci circonda si consuma con il passare del tempo. Chiabrera, a differenza di Marino, è un “classicista barocco”(riafferma l’autorità dei modelli classici), ma è segnato da questa corrente innovativa, per cui inizia una ricerca stilistica e metrica, cercando di riadattare i modelli classici(greci e latini), al tempo in cui vive, creando così una nuova struttura formale. Il protagonista delle poesia di Chiabrera è il suono, lo si può notare nella poesia”Riso di bella donna”, in cui il contenuto(il sorriso e le rosse labbra di una donna, paragonati ad una rosa rossa) è quasi assente e tutto ruota intorno all’elemento musicale. Questo viene introdotto attraverso ripetizioni di parole e suoni, ma soprattutto da rime che sono brevi e parisillabe che riproducono echi fonici. Gli artifici retorici, presenti in questa poesia, non sono usati liberamente, come in Marino, ma in modo schematico, cioè equilibrato, simmetrico e armonioso, con lo scopo di ritornare, con difficoltà, ai modelli classici.Oggi la differenza tra Marino e Chiabrera è stata definita lieve, poiché entrambi sono stati degli innovatori, accomunati dalla scopo del “diletto”(svago, divertimento, distrazione), cioè far divertire il lettore, creando un legame basato sul ragionamento che mira a cogliere le segrete relazioni tra le cose, con il fine di “meravigliare”. Il lettore diventa “giudice” delle opere, poiché non è più passivo ma attivo dinanzi ai testi, di conseguenza non è più <svogliato> dai testi tradizionali, troppo noiosi e riprodotti. I poeti di questo tempo sono di rilevante importanza nella letteratura italiana poiché sono stati capaci di capire quale fosse il momento di <rompere le regole a tempo e luogo, accomodandosi alle necessità del tempo>.

Scritto da Ilenia

Il Secentismo: tra Marinismo e Classicismoultima modifica: 2010-03-16T21:20:11+01:00da flosm5
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