I giochi in campagna

 

 

flauto.JPGIl flauto

Fra i campi c’ era sempre qualche canneto da cui prendere una delle migliori canne per costruire un flauto. Ecco come si faceva: si prendeva la parte di canna fra i nodi, si appuntiva da un lato e lì si inseriva un tappo di legno con lo stesso taglio inclinato della canna; nella punta, tra il legno e la canna si lasciava un foro  di fronte al quale si praticava un foro , con la parte in opposizione tagliente. Soffiando si otteneva il suono. Successivamante, a casa, si praticavano i fori con un ferro arroventato in mezzo al fuoco (quasi sempre si sbagliavano le distanze e quindi le note non venivano, solo qualcuno particolarmente bravo riusciva  a fare un flauto intonato).

carro armato.JPG

 

 

Il carro armato

Si prendeva un rocchetto esaurito di filo,nella parte interna si inseriva una molla, da un lato una stanghetta per dare la corda e via. Un’ astuzia per farlo camminare più agevolmente era quella di mettere tra la stanghetta ed il rocchetto una rondella fatta con sapone affinchè rendesse lo srotolamento della molla più agevole. Dal lato opposto bastava inserire di traverso un tondino di legno per rendere possibile l’ avvolgimento della molla.

 

treno.JPGIl treno

Si raccoglievano le mele cadute sotto l’ albero, si tagliavano a forma di rotella e si accoppiavano per mezzo di un bastoncino di legno (se ne facevano tante); si univano l’ una dietro l’ altra attraverso un supporto centrale in mela, con un bastoncino, e così si ripeteva per 7 od 8 volte. Tirando la prima coppia, tutte le altre seguivano come se fosse un treno.

 

 

Immagine.JPGLa slitta

Si faceva con il fusto del mais, una volta tolte le pannocchie. Era una slitta in miniatura a cui, qualche volta, si aggiungevano le ruote, fatte con mele cadute dall’ albero, opportunamente ritagliate.Il gioco consisteva nel trascinamento del giocattolo, facendo finta che si trattasse di un mezzo per la rimozione della terra, magari accompagnando il movimento con la simulazione del rombo del motore. Se il bambino era più grandicello, allora poteva arricchirlo con un marchingegno per il ribaltamento. C’ è da dire che molti giochi si facevano tra i campi, quando si andava a pascolare il bestiame: non era concepibile da parte dei genitori che si “perdesse tempo ” a giocare, tanto è vero che il gioco, nel gergo dialettale, veniva chiamato “pazzia” e, se qualche volta, per la distrazione, gli animali andavano a fare danni ai vicini, il ragazzo veniva picchiato. Il lato positivo era rappresentato dal fatto che così si socializzava molto e si acquisivano le conoscenze trasmesse dai più grandi.

 

Coltelli3.jpgIl coltello a serramanico

Ognuno di noi aveva il suo coltello, ma non serviva mai per aggredire qualcuno,serviva per molte altre cose : era utile nel caso che qualche animale si trovasse nei guai per via del capestro, allora bastava tagliare e l’ animale era salvo, oppure semplicemente per elaborare oggetti di legno, come per esempio il bastone o il flauto, oppure una gabbietta per uccellini, lavorando i rovi che si mostravano più teneri da incidere. Il coltello doveva essere immancabilmente a serramanico e possibilmente col manico in osso, in modo da ben figurare presso i compagni ed era tanto desiderato che si chiedeva tra i pochi regali della befana. Insomma era quasi un compagno di giochi, così capitava spesso di farsi dei tagli sulle dita, a volte anche profondi e quindi si andava spesso con mani incerottate.

I giochi in campagnaultima modifica: 2010-04-05T19:20:00+02:00da flosm5
Reposta per primo quest’articolo

0 pensieri su “I giochi in campagna

  1. Caro Francesco,

    ho letto con piacere le storie degli oggetti a noi cari ed indimenticabili della grama vita quotidiana della nostra fanciullezza. Quanti lustri sono trascorsi alla velocità della luce, tuttavia sembra ieri questo passato di indelebili ricordi trascritto a fuoco dalla povertà e dal tempo! Nonostante fosse piccolo, semplice e a costo zero il corredo dell’angolo dei “giocattoli”, eravamo sereni, mai malinconici. La vita agreste e bucolica non conosceva infedeli feticci, che frastornavano e disorientavano i percorsi esistenziali. Semmai, riempiva l’anima e il cuore di chi lo possedeva! E la speranza sempre aleggiava tutt’intorno!
    Ciao Francesco – affezion.mo PHIL