Francesco Guerra
I briganti nelle nostre zone
Non tutti i nostri vecchi parlavano di briganti, ma alcuni ne avevano sentito parlare e ne avevano paura, perchè erano considerate persone senza scrupoli e quindi potevano rubare, stuprare ed uccidere, anche per questo la sera si chiudevano bene le porte della stalla e della casa, mettendo delle barre trasversali di legno dal di dentro, inserite da ambo le parti nel muro.
Tra Mignano, Roccamonfina e Galluccio avevamo i seguenti briganti che furono sterminati dalle truppe del re nel 1868: Francesco Guerra, Angelo Maccarone, Michele Marino,Alessandro Pace e Giacomo Ciccone, Marino da Cervinara, Domenico Gargaro da Cervaro, Domenico Savastano da Roccamonfina e Antonio Luongo da Rocca d’Evandro. Angelo Santo nato a S. Apollinare e le brigantesse Giocondina Marino, compagna di Alessandro Pace, nata a Cervinara il 1842, Carolina Casale, pure da Cervinara, compagna del brigante Michele Luppiello di Roccamonfina, Maria Capitanoda San Vittore, compagna del brigante Luongo. Federico D’Asti da Galluccio e Angelo Gilardi da Caspoli di Mignano, Ferdinando e Federico Jacopone da S. Ambrogio di Cassino, Domenico Rossini da Galluccio, Giovanni Sana da Roccasecca e Gian Battista Venafro da Caspoli di Mignano. Michelina De Cesare druda del Guerra.
Briganti
Luigi Alonzi detto Chiavone. E una complessa figura di “Brigante legittimista”, Guardaboschi di Sora, operò a capo di una banda che arrivò a contare centinaia di uomini, operò in Terra di Lavoro e un po’ al di qua ed un po’ al di là del confine pontificio. Nel 1861 occupò Monticelli. Si professa fedele a “Francischiello” ed alla Santa Sede da cui cerca di spillare più quattrini possibile, ma continua a comportarsi come un brigante.
La Convenzione di Cassino. Il 24 febbraio del 1867, a Cassino, viene firmata una convenzione per la lotta comune al brigantaggio dal generale italiano Lodovico Fontana e dal comandante delle truppe papali Conte Leopoldo Lauri.