La guerra alle Valli

Il cippo commemorativo

Passando per la strada che porta a Ponte di Ripa, si può notare un cippo commemorativo eretto da poco vicino all’incrocio con la strada Valli: si tratta di un riconoscimento dedicato ai caduti della seconda guerra mondiale nella battaglia di sfondamento della linea Hitler in cui si scontrarono soldati canadesi contro soldati tedeschi in fase di arretramento. Si riporta l’art. del sindaco:

Aquino – Valli: al suono della cornamusa la commemorazione della battaglia tra tedeschi e canadesi.

Con lo struggente suono della cornamusa dell’esercito canadese, si è svolta la cerimonia commemorativa della battaglia combattuta tra il 23 e 24 Maggio 1944 tra l’esercito tedesco e quello canadese facente parte delle truppe alleate, svoltasi in Aquino in località Valli – Zammarelli.
In quei due drammatici giorni di sessantasei anni fa in questa località all’interno della linea Gustav – Hitler, si tenne un’asperrima battaglia che provocò centinaia di vittime, pare addirittura oltre mille, tra i giovanissimi canadesi, e i tedeschi che si opponevano all’avanzata delle truppe alleate.
Questo evento, tra i più drammatici svoltosi nell’Italia meridionale nel corso delle operazioni della Seconda Guerra Mondiale, praticamente è rimasto sconosciuto ai più. In tutti questi anni non è stato mai commemorato tanto che ancora oggi rimarrebbe sconosciuto, se non avessero provveduto a ricordarcelo due ricercatori degli eventi “nostrani” della Seconda Guerra Mondiale, Roberto Molle di Roccasecca e Costantino Iadecola di Aquino.
Martedì 12 Ottobre 2010 presente una folta delegazione canadese, ci sono stati per la prima volta i ricordi di quel tragico momento e l’inaugurazione di un cippo marmoreo a memoria perenne. Nel corso di una commovente cerimonia tenutasi in località Ponte di Ripa – Valli, questo è stato ricordato.

Il sindaco di Aquino Antonino Grincia che ha porto il primo saluto ai partecipanti e alla delegazione canadese, di cui faceva parte un reduce della battaglia di Valli, allora ventenne, ha tenuto a precisare che finalmente si poneva “riparo a un lungo peccato di omissione che mai questo fatto era stato ricordato. “Ora” ha continuato il sindaco “finalmente ne parliamo e poniamo riparo a questa mancanza. Però, purtroppo questi eventi erano praticamente sconosciuti alla maggior parte di noi e noi non conoscevamo la loro storia. Oggi in questi stessi luoghi così diversi perché così ridenti per la serenità che danno, per la fertilità della terra, per il benessere di quelli che vi vivono, abbiamo voluto porre un ricordo perché rimanesse memoria di quello che vi è avvenuto e quanti ragazzi sono caduti in questa bellissima campagna”. Lo stesso sindaco ha dato il suo “benvenuto, anzi bentornato a quel ragazzo canadese ormai molto anziano, che aveva partecipato a quella tragica esperienza”.
Successivamente sono intervenuti l’assessore Abbate, Costantino Iadecola e Roberto Molle che hanno sommariamente rievocato quei fatti del ’44. Al termine alcuni alunni hanno scoperto la lapide commemorativa posta sul cippo marmoreo e vi hanno deposto una corona di fiori, dopodiché è seguita la benedizione da parte del parroco don Mario Milanese.
Durante la cerimonia veramente molto suggestiva e commovente, la bandiera italiana e canadese e il gonfalone di Aquino, hanno fatto da cornice al piccolo monumento eretto in quella comunità.
Il comune di Aquino desidera ringraziare in questa occasione oltre ai due storici che hanno suggerito l’iniziativa anche la scuola media di Aquino per la partecipazione, la ditta di marmi Colabove per l’offerta del cippo stesso, e il presidente del Consiglio del Lazio Mario Abbruzzese per aver supportato materialmente l’iniziativa per il ricevimento degli ospiti canadesi.

 

Il fortino

Partendo dalle Valli, andando verso Aquino, in contrada Zammarelli, si vedeva sporgere dal terreno una cupoletta in cemento: si trattava di uno dei fortini o casematte costruiti dopo il cedimento della linea Gustav, il 18 maggio 1944, quando i Tedeschi in ritirata si attestarono ad una decina di chilometri di distanza, sulla linea Hitler. Questa linea difensiva andava da Villa S. Lucia, passando per Zammarelli e Pontecorvo, fino al mare. Lo scontro durò solo fino al 24 maggio, ma causò molti morti. Fu in quest’ occasione che i Tedeschi rastrellavano le persone delle nostre contrade per fare i lavori di fortificazione. In seguito l’ arretramento dei Tedeschi arrivò fino alla periferia di Roma, dove i due eserciti, quello tedesco e quello alleato, si scontrarono aspramente.Queste casematte erano costituite da  una base di cemento sotterrata composta di due camere, una era per i serventi e l’altra veniva usata come riservetta per le munizioni, sopra alle quali era posizionata la torretta di un Panther V brandeggiabile.Queste torrette provenivano dal fronte russo ed appartenevano alla prima serie di Panther V che era caratterizzato da una elevata fragilità meccanica; molti di questi carri infatti rimasero vittima di rotture ancora prima di incontrare il nemico. Le torrette resesi così disponibili furono inviate sul fronte italiano e impiegate per costituire tale linea difensiva.Ancora oggi ve ne sono in quantità, ed è facile trovarle nelle campagne tra Aquino e Pontecorvo,  naturalmente prive della torretta che era stata venduta ai ferrivecchi  dai proprietari dei terreni per questioni di denari. Si riporta la fonte per intero:

 

AQUINO – “LE VALLI” – 23 MAGGIO 1944

(il giorno più lungo della Linea Senger)

di ROBERTO MOLLE

Sulle tracce del Maresciallo aspirante ufficiale Rudolph Haase, mi sono imbattuto nella battaglia per lo sfondamento della Linea Senger – Riegel in Aquino, località Le Valli, fine maggio 1944.

Da amici ero venuto a conoscenza che una famiglia tedesca sarebbe venuta in Italia nel mese di Maggio 2001 per cercare il luogo dove era caduto il loro caro, appunto il Maresciallo Rudolph Haase. Interessato da tale circostanza, acquisivo le informazioni che erano arrivate dalla Germania e con l’aiuto di Daniele Di Ruzza di Aquino, per ritrovare i luoghi, e di Walter Iannetta per la traduzione dal tedesco, mi sono messo alla ricerca dei posti e di testimonianze. Dopo lo sfondamento della linea Gustav, avvenuto in più punti tra Esperia, Pignataro, S.Giorgio a Liri e Cassino, gli Alleati si riversarono nella Valle del Liri; dopo tanti mesi potevano usare la loro schiacciante superiorità in fatto di mezzi corazzati e poter liberamente manovrare con la superiorità di truppe.

Mappa delle direttrici di attacco della Linea Senger – Riegel

Dietro la Linea Gustav da tempo il Maresciallo Kesserling, comandante delle Armate in Italia, aveva progettato e realizzato una linea di difesa arretrata di circa 5/8 chilometri dalla prima; tale linea correva da Monte Cairo, Piedimonte S. Germano, Aquino, Pontecorvo, Pico, sino al mare. Dapprima venne chiamata “Hitler” ma poi, con i rovesci della guerra, per una questione di opportunità “psicologica”, venne tramutata in “Senger – Riegel”, dal nome del Generale Fridolin Von Senger und Utterlin, comandante del XIV Corpo Corazzato ( Generale di stanza prima a Roccasecca e poi a Castelmassimo di Veroli).

Torretta di Panther sulla Linea Senger – Riegel – I tedeschi le chiamavano Panzerturme

Alla realizzazione di tale linea difensiva contribuì molto l’organizzazione Todt, che faceva ampio ricorso ai civili italiani ed anche slovacchi, che venivano rastrellati e portati a viva forza a scavare le trincee ed a costruire le opere di fortificazione.

Il simbolo più noto di tale linea difensiva è sicuramente la torretta fissa del Panther, chiamata dai tedeschi “Panzerturme”; non era altro che una base di cemento sotterrata composta di due camere, una per gli inservienti e l’altra come riservetta di munizioni, con sopra la torretta di un Panther V, brandeggiabile.

     

Base di una torretta panzer vicino strada Valli di Aquino; si noti sullo sfondo l’Abbazia di Montecassino

Queste torrette, in particolare, provenivano dal fronte russo ed appartenevano alla prima serie di Panther V che presentava difetti relativi alla fragilità meccanica; molti di questi carri rimasero vittima di rotture ancora prima di incontrare il nemico; le torrette resesi disponibili furono inviate sul fronte italiano, per costituire tale linea difensiva.

Ancora oggi ve ne sono in quantità ed è facile trovare nelle campagne tra Aquino e Pontecorvo queste casematte di cemento armato interrate, naturalmente prive della torretta.

Schema delle truppe tedesche posizionate lungo la linea di difesa

Tra Aquino e Pontecorvo i tedeschi avevano posizionato delle truppe scelte; il Gruppo Heilmann composto da due battaglioni del terzo Reggimento paracadutisti e il quarto Reggimento paracadutisti, tutti appartenenti alla Prima Divisione Paracadutisti di Heidrich, Gruppo Fabian, composto dal secondo e terzo battaglione del 361° Reggimento Panzer Grenadier, Gruppo Bode, composto dal primo e secondo battaglione del 576° Reggimento Granatieri e 44° Battaglione Ersatz. Avrebbero venduta molto cara la pelle.

La superiorità dei mezzi alleati, quantomeno per numero, era schiacciante

Gli alleati affidarono la rincorsa della Valle del Liri alle truppe corazzate canadesi, che sino ad allora erano in realtà rimaste un po’ in disparte dai sanguinosi avvenimenti delle quattro battaglie di Cassino; a chi meglio affidare la lunga marcia sino a Roma se non a loro, munite anche degli ultimi modelli di carro Sherman e con truppe divisionali altamente motivate?

 

Truppe alleate entrano in Aquino: a sinistra occupano l’aeroporto duramente bombardato nel luglio 1943 ed a destra entrano nell’abitato sconvolto dalla guerra

Le prime truppe canadesi giunsero a contatto con la Senger in località Le Valli nel Comune di Aquino il pomeriggio del 23 maggio 44; su tale posizione, difesa nel saliente verso la Statale Casilina dai paracadutisti e verso Pontecorvo dai Panzergranatieri, si trovavano numerose torrette di Panther V ad una distanza variabile di circa 300/500 metri tra loro, intercalate con armi anticarro e mezzi corazzati, in particolare Panzer IV (Panzerkammmpfwagen IV) e Stug III (Sturmgeschutz III).

Proprio tale carro conduceva il Maresciallo Haase; i rapporti sulla sua caduta parlano della data del 24 Maggio 44, allorchè dopo un’azione di combattimento, il carro veniva attaccato e distrutto dalla fanteria, in una zona di cespugli e cereali con poca visibilità, con armi da combattimento ravvicinato (Piat, Bazooka, Mine o altro).

Infatti nel carro distrutto perirono il comandante e il mitragliere, nel mentre gli altri due componenti poterono fuggire e riparare, durante la notte, nella proprie linee; la zona è indicata a circa 2Km a Sud Ovest di Aquino; ebbene è proprio la zona delle Valli.

Tali informazioni provengono dai rapporti raccolti dalla famiglia Haase, e sono relativi alla lettera inviata dal comandante di battaglione alla famiglia del mitragliere del carro e dai rapporti di combattimento dell’unità. Questi sono abbastanza attendibili, pur se redatti con enfasi e in un momento in cui il fronte tedesco subiva un forte arretramento, con conseguente difficoltà nella raccolta di notizie.

Soldati inglesi osservano uno Stug III colpito nello schermo anteriore da due proiettili anticarro

Alla ricerca di testimonianze ci imbattiamo nel Sig. Iannone Rocco il quale ci apre la mente e ci descrive con minuziosità certosina tutti gli avvenimenti di quei giorni, per averli visti da vicino in età già giovanile.

All’epoca aveva quindici anni e si trovava con la famiglia presso una abitazione posta proprio in mezzo alle linee difensive tedesche; più volte avevano cercato di mandarli via, ma a loro quello sembrava il posto più sicuro dove andare.

Il racconto dello Iannone è ricco di particolari e combacia con la cronologia degli avvenimenti che ritroviamo nel libro “The Canadians in Italy 1943-1945” pubblicazione ufficiale del Ministero della Guerra Canadese, relativo agli accadimenti del fronte italiano.

Gli avvenimenti meritano una descrizione minuziosa.

La mattina del 23 maggio del 1944 aprirono il fuoco 810 cannoni messi a disposizione da 58 unità francesi, inglesi, polacche e canadesi sulla linea Senger, di fronte alle postazioni del 13 corpo; il Generale Leese’s pensava in questo modo, con un bombardamento di 10 minuti su tutta la linea del fronte, di confondere il nemico sulla direttrice di attacco principale. Subito dopo, alle 0re 5.57 minuti iniziò un bombardamento di sbarramento da parte di 300 cannoni di ogni calibro su una ampiezza di 3.200 Yards nella zona di attacco e tre minuti dopo i tre battaglioni di assalto passarono la Cross Line (linea di partenza).

I tedeschi intuirono presto la zona dell’attacco, posta nelle zone Forme e Valli d’Aquino, tra Aquino e Pontecorvo, e nel momento in cui i canadesi del Seaforth Regiment e Patricias Regiment mossero attraverso la terra di nessuno, furono investiti da una valanga di fuoco che cadde su di loro, davanti e di lato: uno sbarramento composto da Nebelwerfer e artiglieria pesante. Appena terminò il tiro di dell’artiglieria alleata i tedeschi uscirono dai loro ricoveri e le mitragliatrici cominciarono a riversare il loro carico di morte sulle truppe che avanzavano. Il settore tedesco era tenuto tra la città di Aquino e la zona interessata dall’attacco dai paracadutisti tedeschi del 4 Reggimento e parte del 1 Reggimento, occupare l’abitato era di vitale importanza per l’ottava armata. La maggior parte delle perdite subìte dalla seconda brigata venne dal fuoco nemico che imperversava nella aree aperte delle Forme d’Aquino causate proprio dai Parà, posti sulle alture a sud-est della città di Aquino.

Il Reggimento Patricias all’inizio fece pochi progressi, sulle direttrici assegnate a destra dello schieramento dove il terreno scendeva rapidamente verso la Forme d’Aquino; in un’ora raggiunsero “February” la seconda delle cinque linee prefissate a intervalli di 300 yards che segnavano la distanza dal loro obiettivo.

I carri si supporto del North Irish Horse avanzavano su un fronte di soli 150 yards su un declivio boscoso e si imbatterono inaspettatamente in un campo minato non individuato dalla ricognizione che bloccò completamente la loro avanzata. Mentre erano immobilizzati vennero presi di mira da un forte concentramento di fuoco, da postazioni tedesche molto ben mimetizzate e camuffate che non erano state individuate; si trattava di torrette di Panther incassate nel terreno con il cannone da 75 mm. Due compagnie di fanteria si attestarono in una stretta gola, una ramificazione delle valle principale delle Forme; due giorni dopo delle compagnie che avevano iniziato l’attacco tornarono indietro soltanto 30 uomini.

A questo punto le comunicazioni con le truppe avanzate cessarono e le uniche informazioni che giunsero al Quartier Generale del Colonnello Ware venivano dal racconto dei feriti che parlavano di plotoni decimati con gli ufficiali morti o feriti.

Sulla sinistra, però, le truppe dei Seaforth Highlanders del Colonnello S.W. Thomson stavano avendo più successo. Le compagnie di testa sotto l’incessante fuoco nemico, incuranti delle perdite, si aprivano una breccia tra le casamatte e le postazioni poste di fronte alla strada Aquino-Pontecorvo. Anche qui però la collaborazione tra fanteria e carri cessò quando le mine fermarono due squadroni di supporto dei North Irish Horse, dando così alle armi anticarro un ottimo bersaglio. Una sola torretta Panther distrusse ben 13 carri Churchill prima di venire centrata (di tale circostanza ho trovato testimonianze dirette tanto da individuare dove si trovasse la torretta; sulla base di cemento hanno poi costruito una casa).

 

Ufficiali Canadesi osservano la mappa delle operazioni. A destra soldati del Carleton e York Regiment rilevano gli Indiani della 8 Divisione

Gli Highlanders si spinsero avanti senza l’appoggio dei carri e alle ore 8.40 il Maggiore J.C. Allan della compagnia “B” informava il comando che aveva riunito sotto di se quanto rimaneva delle altre 4 compagnie, per un totale di circa 100 uomini, con cui aveva consolidato le posizioni raggiunte; in tarda mattinata 11 carri riuscirono a superare lo sbarramento e per mezzogiorno si portarono vicino al loro obiettivo: la strada Aquino – Pontecorvo. A questo punto tali carri furono sottoposti ad un fuoco di fila e solo quattro riuscirono a disimpegnarsi e a riunirsi con l’altro squadrone posto nel settore dei Patricias.

Durante quel giorno di 58 carri armati impegnati nell’attacco, ne furono distrutti 41.

Il piano di attacco prevedeva che quando sarebbe stata presa la strada Aquino – Pontecorvo, nome in codice “Aboukir” il Reggimento Loyal Edmonton sarebbe passato in testa per iniziare la seconda fase dell’attacco. Il Reggimento Patricias avrebbe rinforzato il fianco nord e i Seaforth Highlanders dovevano rinforzare il fianco sinistro.

Ma il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati comportò un ritardo nei programmi e alle ore 8.00 il Tenente Colonnello R.C. Coleman, comandante degli Edmontons, ordinò di avanzare, con l’ausilio dei carri del 51 Royal Tanks, per tentare di raggiungere “Aboukir” in tempo per l’inizio della seconda fase.

Pausa The

Questa nuova spinta offensiva era destinata a fallire. Il Reggimento Loyal Edmonton e i carri del 51 Royal Tanks avanzarono lungo i fianchi delle Forme d’Aquino, raggiunsero i Patricias inchiodati nella gola e nei campi aperti. I carri si riunirono con i restanti del North Irish Squardon; la compagnia “A” degli Edmontons si spinse in avanti tra l’alto grano che celava le linee nemiche. Tale attacco si rilevò suicida, in quanto si scatenò un fuoco concentrato di mitragliatrici pesanti, mortai ed anche dei cecchini, che erano nascosti sopra gli alberi più alti, fecero strage tra le truppe. Le comunicazioni radio con i battaglioni si interruppero e alle ore 8.50 il Colonnello Coleman comunicava al Quartier Generale di Brigata che aveva perso il controllo delle sue compagnie. Poco dopo venne ferito e sostituito dal Maggiore F.H. McDougall. I tentativi di portare avanti i carri fallirono e sulla destra del fronte di attacco si creò una situazione di stallo.

Il Brigadiere Gibson, comandate della seconda brigata, sfortunatamente non aveva rilevato il successo sulla sinistra del Reggimento Seaforth e mandando all’attacco prematuramente il Reggimento Loyal Edmonton, era rimasto senza riserve da convogliare su tale settore dove i progressi erano più promettenti.

Sulla estrema sinistra dello schieramento, invece, la terza brigata aveva seguito al meglio lo schema prefissato; i Reggimenti Carleton e Yorks avevano esplorato attentamente tutti i passaggi attraverso i reticolati e i campi minati; l’unico ostacolo alla loro avanzata veniva dal concentramento dei tiro dei mortai, nebelwerfer e artiglieria.

 

Paracadutisti in una postazione; batteria di Nebelwelfer catturata

La compagnia di destra del Tenente Colonnello Damby raggiunse in orario “Aboukir” e fu raggiunto dalle compagnie di fucilieri ma dietro di loro infuriò una violenta battaglia di carri armati; lo squadrone di supporto del 51 Royal Tanks fu bloccato dalle mine sopra una altura di terra chiamata “Campo Vincenzo” e fu impegnato duramente sia dalle torrette di Panther della Linea Senger che da carri armati e anticarro che si erano avvicinati senza essere visti attraverso la vegetazione fitta. Ebbero pesanti perdite prima di riuscire a neutralizzare le torrette e ricacciare indietro le forze nemiche; alle dieci la fanteria si attestava sulla strada Aquino – Pontecorvo.

A questo punto il Reggimento West Nova Scotia, comandato dal Tenente Colonnello R.S.E. Waterman, si mosse dalla posizioni nemiche distrutte pronto ad iniziare la seconda fase dell’attacco; però la critica situazione della seconda Brigata gli costrinse a trincerarsi con molte perdite a causa del continuo martellamento dei mortai e razzi. In quella posizione esposta i carri erano bersaglio per le bocche da fuoco nemiche e ovunque vi erano carri Churchill che bruciavano.

Il Generale Vokes aveva ordinato di posticipare la seconda fase sino a quando anche sul settore destro fosse avvenuto lo sfondamento, in modo da far avanzare le truppe contemporaneamente su tutta la linea del fronte. Nel pomeriggio dello stesso giorno apparve chiaro che l’attacco della seconda brigata era fallito; la resistenza tedesca non mostrava alcun cedimento ed aumentavano considerevolmente le perdite. Nel pomeriggio, per giunta, carri armati tedeschi contrattaccarono dalla direzione della città di Aquino con Panzer IV e Stug III; tale attacco venne sventato solo per l’alto concentramento di artiglieria che gli alleati riversarono su tale posizione.

Visitando il campo di battaglia si comprende facilmente il perché di tale situazione. L’area posta a destra dello schieramento d’attacco era molto accidentata, vi era una vasta depressione del rio Forme d’Aquino con degli alti costoni rocciosi da dove i tedeschi potevano facilmente difendersi, per giunta arrivati oltre tali avvallamenti i carri e le truppe venivano prese d’infilata dalla forti posizioni difensive; tale situazione non vi verificava sul settore sinistro dove si trovano soltanto dei leggeri declivi collinari.

Panzerturme distrutto; si noti la curiosa posizione della torretta

A questo punto il Generale Vokes ritenne che l’unica cosa da fare era sfruttare lo sfondamento del settore della terza brigata e con l’appoggio del Brigadiere Bernatchez, ordinò il proseguimento dell’attacco. Due squadroni del Three Rivers avanzarono per rimpiazzare i malconci carri della 25 Brigata e il 22 Royal si dispose nell’area dove era avvenuto l’attacco della terza brigata.

La West Novas, che per tutto il giorno aveva sopportato l’intensità del fuoco nemico sulle posizioni avanzate, ebbe l’assicurazione che erano in arrivo carri di rinforzo e che l’attacco sarebbe iniziato alle 16.40; stava piovendo pesantemente quando le compagnie “A” e “B” dei Waterman irruppero nella prima linea. L’attacco travolse lo sbarramento nemico. Le riserve tedesche che si stavano preparando ad un contrattacco furono duramente colpite in campo aperto dall’artiglieria. In breve tempo dopo le 18.00 le truppe d’assalto si riportarono sull’obiettivo finale e mentre la compagnia “B” si rafforzava sulla strada laterale, la compagnia “A” avanzava. Accadde che i panzergranatieri, lungi dall’essere sbaragliati, contrattaccarono con alcuni carri e presero molti prigionieri della compagnia “A”. Ma ben presto vennero liberati in quanto coloro che li avevano catturati, non conoscendo la portata dell’attacco canadese, marciarono diritti verso le posizioni della compagnia “B” dove vennero a loro volta presi prigionieri.

Quadro intitolato: Attacco notturno alla Hitler Line

L’arrivo di carri della Three Rivers, che avevano avuto problemi per l’attraversamento del Rio Martino, diede sicurezza alle truppe provate e alla Royal 22 toccò il compito di allargare il varco a nord e di impadronirsi degli obiettivi davanti il Seaforth Highlanders. Dopo l’attraversamento del Rio Martino girarono sulla destra e la posizione di consolidò e alle 19.15 due compagnie si erano stabilite su una linea a metà strada tra due strade laterali a circa 1200 Yarde a nord dalle posizioni della West Novas. Nel rastrellamento furono presi diversi prigionieri e molte armi; fu catturato un posto di comando dove furono rinvenute per caso venti Croci di Ferro che dovevano essere consegnate.

L’oscurità trovò la Terza Brigada a ovest del largo varco che era stato costituito e la vittime ammontavano a 45 morti e 120 feriti.

Il giorno cadeva su il combattimento fu violento mai sperimentato dalle truppe canadesi nella campagna d’Italia.

Verso nord erano continuati gli inutili sforzi della seconda brigata di sfondare la linea fortificata; gli sforzi dei Seaforth si erano infranti per l’assenza di un adeguato appoggio di carri armati e supporti anticarro. A Mezzogiorno una squadra di due uomini aveva distrutto con il Piat un carro tedesco che le ultime due bombe.

Nel tardo pomeriggio, prima che la West Novas aprisse la seconda fase dell’operazione, la forza armata del Maggiore Allan, che era isolata, fu contrattaccata da carri armati tedeschi; Allan che stava per ricevere la DSO per il suo eroismo, pur ferito continuò a dirigere la resistenza; le bombe Piat erano esaurite e il Seaforth non aveva i mezzi per contrastare efficacemente unità corazzate. Costoro furono duramente attaccati e 54 superstiti furono presi prigionieri dai nemici: lo stesso Allan riuscì ad evitare la cattura fingendosi morto.

Soldati Gurkha osservano attentamente il coltello Kukri

Il successo provocato dalla sfondamento nel centro dello schieramento provocò una diminuzione della resistenza di fronte alle altre unità della seconda Brigata. Alle sei l’unico fuoco ostile proveniva da una batteria leggera ricercata sistematicamente affianco la foresta delle Forme d’Aquino. Ware per rinforzare il battaglione gravemente assottigliatosi, mandò 77 uomini di ogni grado; Questa sparuta banda di sopravvissuti, rinforzata anche dai rimanenti elementi di una compagnia del Loyal Edmonton Regiment, si trincerarono nel bosco per la notte, in attesa di contrastare un contrattacco nemico. Le altre tre compagnie degli Edmonton, ridotte a 161 uomini, presero le posizioni che di Seaforth avevano coraggiosamente difeso durante il giorno.

La prova del giorno era costata moltissimo alla seconda Brigata: le perdite ammontavano a 543 uomini, di cui 162 uccisi, 306 feriti e 75 presi prigionieri; in un solo giorno di combattimento le perdite erano equivalenti a quelle di una Brigata durante l’intera campagna d’Italia. I Brigadieri Gibson trasse le conclusioni sugli errori e gli sbagli che erano stati commessi, al fine di trarne un insegnamento per il futuro.

Alla ricerca delle cause delle alte perdite della seconda Brigata, il Comandante del Corpo dichiarò che era mancata un efficace ricognizione preventiva e che la ristrettezza del fronte di attacco avesse favorito la concentrazione di tiro da parte dell’artiglieria nemica. I tedeschi avevano dei posti di osservazione da cui dominavano tutto il campo di battaglia a partire dalla parte nord dello schieramento e l’area delle Forme di Aquino, per la suo conformazione orografica, era facilmente difendibile anche da attacchi concentrati di carri armati; tuttò ciò nell’area destinata al Reggimento Patricias.

Sulla parte sinistra dello schieramento, invece, si assistette ad una grande vittoria; il 48mo Highlanders appoggiato da uno squadrone di carri del 142mo Reggimento, sfondarono la linea difensiva arrivando a conquistare la collina 106, un miglio circa a nord-est da Pontecorvo, nel mezzo della principale difesa nemica e della strada di collegamento. Alle 2 del pomeriggio quando gli ultimi elementi della compagnia Highlanders aveva preso la cima della collina ed erano scesi dall’altra parte del pendio, il Brigadiere Spry ordinò agli Hastings di attaccare sulla destra. Il Tenente Colonnello Cameron comandò immediatamente alle compagnie di avanzare; con grande determinazione la Compagnia “D” irruppe nelle difese nemiche, combattendo duramente con mitragliatrici, bombe a mano e armi anticarro. Parte del successo si deve all’azione personale del Sergente J.W. Loshaw che penetrò nel cuore della difesa nemica, uccidendone alcune e costringendone 19 ad arrendersi; gli fu riconosciuta la Medaglia Militare.

 

Pontecorvo è completamente distrutta

Attraverso la breccia aperta dalla Compagnia “D”, la seconda e la terza compagnia avanzarono con l’appoggio di carri; alle cinque la quota 106 era sicura e due battaglioni incalzavano il nemico ormai sbaragliato. Di primo mattino il giorno dopo le truppe canadesi entravano nelle rovine di Pontecorvo e prendevano prigionieri i rimanenti soldati della guarnigione.

La prima fase dell’operazione Chesterfield era completata, alla fine del giorno di combattimento più duro la prima divisione aveva cacciato il nemico dalla linea Senger, accingendosi a superare anche la linea del Fiume Melfa.

I combattimenti continuarono anche il giorno 24 maggio per ripulire il settore di Aquino e Pontecorvo dalle ultime sacche di resistenza; Aquino città era ancora nelle mani dei tedeschi, come anche Piedimonte.

Il 20 Maggio un gruppo da combattimento composto da Polacchi e dalla 21ma Brigata dell’Ottava Divisione Indiana, aveva assaltato la collina della città di Piedimonte, tenuta da 250 uomini della I Divisione Paracadutisti. L’attacco durò due giorni ma fallì, poiché il terreno era molto accidentato con terrazzamenti, i carri non potevano avanzare e il nemico aveva posizionato molte mine.

  

I canadesi entrano nella città di Pontecorvo

Il costo di vite da parte dei Canadesi in tutto l’attacco fu molto alto: 47 ufficiali e 832 soldati di ogni grado della prima divisione erano riportati come perdite per l’azione di quei giorni. Ma il nemico aveva sofferto perdite di gran lunga maggiori, oltre 700 prigionieri e molte centinaia uccisi; le fonti tedesche confermato la gravità delle perdite basti pensare che il diario del 51 Corpo da Montagna annotava alle ore 23.30 che il Maggiore Generale Wentzell, della Decima Armata, riportava che il nemico aveva attaccato supportato dall’artiglieria nelle ultime 14 ore e che un Battaglione del 576 Reggimento Granatieri, due Battaglioni del 361 Reggimento Granatieri e il Gruppo da Battaglia Strafner erano da considerare completamente distrutti.

Ed ancora più tardi si riporta che il nemico era avanzato profondamente nell’ala sinistra dello schieramento della 90 Divisione Panzer Granatieri e che un battaglione della Prima Divisione Paracadutisti e due compagnie della Divisione da Montagna erano tagliate fuori dalle linee.

Mappa delle posizioni sulla Hitler Line realizzata dal Sig. Haase

Ormai la Linea Senger Riegel era stata sfondata, gli alleati avanzavano dovunque, era arrivato il momento di ritirarsi oltre Roma, salvando il salvabile.

Torniamo alla testimonianza oculare di quel giorno: Iannone ricorda i soldati tedeschi, soprattutto paracadutisti, che portavano gli stivaletti degli alpini italiani; ricorda i carri canadesi distrutti in quantità; ricorda che una sola torretta di Panther riuscì a distruggere 8 Churchill alleati; ricorda i carri tedeschi distrutti che bruciarono per giorni. Egli aveva indossato, incautamente, una divisa tedesca e fu preso come prigioniero dai Canadesi; rimase sotto il tiro di un Tommy per oltre un’ora sino a quando ad un italiano che faceva da interprete per gli alleati, non riuscì a far capire l’equivoco. Una cosa che gli rimase impressa era che i canadesi avevano l’usanza di ritagliare dalla divisa dei soldati tedeschi uccisi l’emblema dell’aquila con la svastica, come souvenir o come dimostrazione di aver ucciso un nemico. La sua famiglia, dopo qualche mese, vendette ad un ferro vecchio una carcassa di Sherman; quelli furono i primi soldi che permisero di ricominciare a sperare nel futuro.

Bivio delle Valli di Aquino sulla provinciale Aquino-Pontecorvo

A Iannone abbiamo chiesto se potesse dirci qualcosa su uno Stug III distrutto con due cadaveri; il nostro interlocutore è un esperto per essere stato dopo la guerra un graduato dei carabinieri ed essere stato proprio nelle truppe corazzate; comunque un conoscitore dei vari modelli di carri. Ci riferisce di alcune localizzazioni di carri distrutti; facciamo tesoro in vista dell’incontro con la famiglia Haase.

Questo avviene alla fine del mese di Maggio; con l’aiuto di Walter Iannetta, traduttore doc, conduciamo la moglie e il figlio del Maresciallo Haase sui luoghi degli avvenimenti descritti, mettendoli al corrente di quanto si era riusciti a trovare.

A cento metri dal bivio di cui la foto precedente, si trova il posto indicato dal Sig. Iannone per la distruzione del carro di Haase

Certo non è stato possibile localizzare esattamente il luogo della distruzione del carro, ma l’area è stata indicata con precisione; il corpo di Haase non è stato sepolto nel cimitero tedesco di Caira (vicino Cassino) e probabilmente è rimasto seppellito, insieme al mitragliere, nei pressi dello scontro a fuoco…ed ancora è la. Una foto, in particolare, ci ha colpito, in quanto si vede uno Stug III distrutto con due tombe vicino.

Soldato canadese posa fieramente con il Piat con il quale ha distrutto uno degli  Stug III

E’ necessario anche riferire la posizione del Generale Senger von Utterlin sullo sfondamento della Senger; nel suo libro riporta che l’unico neo di tale linea difensiva era che non vi erano forze sufficienti per presidiarla; le divisioni impegnate sulla linea Gustav non ripiegarono su di essa, ma dovettero battersi sul terreno antistante, “per non perdere il contatto con il 51° Corpo da Montagna tedesco, schierato a nord del Liri, ma in quel momento non esposto ad attacco”. Così queste divisioni vennero respinte sulla linea di sbarramento Senger completamente priva di uomini e non riuscirono ad attestarvisi efficacemente. Ormai era un fiume in piena e il 5 Giugno Roma veniva liberata.

Spesso mi capita di transitare sulla strada che da Pontecorvo conduce ad Aquino. Da quando sono venuto a conoscenza dei sanguinosi avvenimenti che si verificarono in quei luoghi nel Maggio 1944, non posso fare a meno di osservare ciò che mi circonda con un occhio diverso e pensare a quanti uomini vi persero la vita; passare in quei luoghi mi provoca sempre una strana emozione mista ad un sentimento di profondo rispetto.

Si ringraziano per la collaborazione: per la traduzione del testo tedesco Walter Iannetta; per il testo canadese l’amico Dino Palombo e Giulia Chiummiento; Mauro Lottici per l’aiuto nel reperimento delle foto; Daniele Di Ruzza e il Sig. Iannone Rocco per la preziosa collaborazione. Per tutti gli articoli realizzati ringrazio mio fratello Gianfranco per la grande pazienza nel comporre il testo e le fotografie.

Testi: Canadians in Italy 1943-45, volume II, W.L. Nicholson.

Roberto Molle

 

Gli sfollati delle Valli

Al passaggio del fronte, quando i Tedeschi arretravano dalla linea Gustav alla linea Hitler,gli abitanti delle Valli dovettero abbandonare le loro case per cercare luoghi più sicuri: alcuni si recarono lontano, nei paesi non raggiunti dalle bombe, altri, quelli che magari avevano bambini piccoli o donne partorite da poco, raggiunsero le grotte di Castelluccio, portando con sè anche qualche materasso per la notte. Lì c’era molta umidità e ad alcuni capitò di prendere bronchite e polmonite, difficili da curare in assenza di medici e medicine. Un problema erano i bambini, che non rendendosi conto del pericolo, uscivano fuori a giocare: qui i genitori intervenivano con sollecitudine e difficoltà per farli rientrare.


La guerra alle Valliultima modifica: 2010-03-27T21:13:00+01:00da flosm5
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