Sulla via dei pellegrini

Sulla via dei pellegrini : storia e fede

“ Movesi il vecchierel canuto e bianco

del dolce loco ov’ha sua età fornita

e da la famigliuola sbigottita

che vede il caro padre venir manco

 

indi, traendo poi l’antiquo fianco

per l’estreme giornate di sua vita

quanto più po’ con buon voler s’aìta,

rotto dagli anni, e dal cammino stanco;

e viene a Roma, seguendo ‘l desio,

per mirar la sembianza di Colui

ch’ancor lassù nel ciel vedere spera.”

 

Questo sonetto, di Francesco Petrarca, da’ vita all’immagine del pellegrino negli ultimi anni della sua vita, bianco nei capelli, pallido in volto, che decide di muoversi per il lungo viaggio, tratto dal desiderio di contemplare l’immagine di Cristo, nonostante lo sbigottimento della famiglia.

Il vecchierello, trascinando a fatica le vecchie membra, si aiuta con la forza della volontà, indebolito dagli anni e stanco del lungo camminare.

Nell’ultimo verso traspare la malinconica nostalgia del poeta, la sua invidia per quel caro vecchio che, nonostante l’età, lascia le cure della famigliuola pur di raggiungere la pace dell’anima, ideale religioso della cristianità medievale.

Nel medioevo , infatti, ogni momento della vita di un cristiano era guidato dalla Chiesa.

La religione dava conforto, sanava le ferite, leniva il dolore, proteggeva dai mali e dai nemici. In un mondo intriso di violenze e di iniquità, il cristianesimo forniva speranze e risposte sensate

a chiunque si affidasse alla protezione dei santi

e alla misericordia della Vergine. Tutti, perciò, erano attaccati alle pratiche religione, desideravano ardentemente di potersi recare in pellegrinaggio nei luoghi sacri dove era vissuto Gesù e/o dove erano conservate le reliquie di un grande santo.

 

Primi pellegrini

Nel corso della storia i primi pellegrini furono Gherardo, Bernardo, Folco e Arduino, conosciuti da tutti e venerati come i Santi Pellegrini inglesi, appartenenti a quella lunga teoria di uomini eroici che, docili alla voce di Dio che li chiamava, lasciarono, come un giorno Abramo, la propria terra “egredere de terra tua et de cognitione tua” e seguirono l’invito del cielo. Tali uomini si chiamarono in quei tempi essi stessi “ peregrini”, cioè stranieri, forestieri quasi esiliati, volontari che, durante la loro vita, compivano lunghi viaggi per espiare le proprie pene; presso i pagani, invece, il pellegrino valeva quanto un “nemico”. Il Cristianesimo, quindi, ha rinnovato il significato originario: pellegrino altro non è che un compagno di viaggio, riconoscendosi egli

stesso forestiero sulla terra .

 

 

 

Gli albori del pellegrinaggio tra storia e leggenda

Con il diffondersi della fede cristiana, le tombe

dei grandi martiri Pietro e Paolo divennero ben presto la meta delle visite non solo dei Romani ma anche di gente proveniente da ogni parte della cristianità .

I luoghi della vita e della morte di Gesù , in Palestina , fin dai primi secoli divennero mete di pellegrinaggi , ancora prima che Elena , madre dell’ imperatore Costantino , partisse per la Terra Santa alla ricerca del calvario e delle reliquie della passione del Cristo . Le Crociate possono essere considerate una sorta di pellegrinaggio armato , al fine di liberare quei luoghi santi per la devozione cristiana ,anche se

oggi ci risulta difficile concepire l’ idea d’ un pellegrinaggio armato e ,dunque, violento. San Francesco partecipò, nel 1219, ad una crociata per testimoniare tra i Musulmani la propria fede. a costo di finire martirizzato. Durante un assedio di una città in Egitto, S. Francesco passò solo e disarmato tra le file nemiche e si trattenne per alcuni giorni tra i musulmani: Non ottenne grandi risultati , ma il re Molek – al Kamil lo accolse con rispetto e senza usargli la minima violenza. é Un segno forte di pace e di reciproca apertura mentale, che giunge da un’ epoca nella quale il pacifismo e il dialogo interreligioso non erano neanche lontanamente immaginabili. E’ in tale periodo che si diffonde il termine “ Romeo”. Esso indicava, inizialmente, non chi andava verso Roma, ma all’ opposto, chi da Roma e dall’ Occidente procedeva alla volta della Terra Santa. In seguito venne utilizzato il termine “ Palmario”, per indicare chi procedeva verso il vicino Oriente .

Nell’alto Medioevo la pratica dei pellegrinaggi si spostò decisamente in Occidente , nei luoghi che la tradizione voleva legati alla presenza di apostoli, ad esempio a Santiago di Compostela e , ovviamente , a Roma .

A Santiago sono custodite le spoglie di S. Giacomo , l’apostolo decapitato per ordine di Erode .

La leggenda narra che i discepoli ne raccolsero il corpo senza vita , custodendolo lungo le coste della Spagna occidentale. Proprio in questo luogo , non calpestato mai da nessuno , il re Astolfo II (re Casto ) fece erigere la prima basilica in suo onore.

Il motivo di questa grande popolarità è da ricercare nel significato che assume nella storia della cristianità ; per molti secoli Santiago di Compostela rappresentò l’estremo baluardo della cristianità , in una terra provata dagli assalti islamici.

 

 

“Roma”

Alla città eterna giungevano grandi turbe di pellegrini , provenienti da tutta l’Europa , attraverso percorsi più o meno agevoli . Si può dire che le vie dei pellegrini furono le direttrici sulle quali si sviluppò la civiltà medioevale , non solo per gli aspetti più propriamente religiosi , ma anche per interessi commerciali e politici.

Lungo i percorsi che portano a Roma e a Santiago , si svilupparono così le strutture ospedaliere e assistenzialistiche, ma anche stazioni di posta , banchi di cambio, taverne e locande.

Lo stesso sviluppo urbanistico di alcune città , e quindi la loro affermazione socio – culturale , si realizzò in virtù del passaggio di importanti arterie di comunicazione . Basti pensare a Siena , la cui crescita fu determinata dal passaggio della strada “Francigena” , che collegava Roma alla Francia ; lungo questi percorsi si mossero i pellegrini ma , cautamente , si svilupparono i commerci, si spostarono imperatori ed eserciti. Non mancarono neanche le insidie degli agguati dei ladroni o gli ostacoli naturali . A tutto ciò cercavano di porre rimedio le varie realtà locali lungo l’itinerario: monasteri, comuni e signorie rurali.

 

“Grandi pellegrinaggi ed illustri testimoni”.

La nascita dei movimenti religiosi itineranti e l’anelito spirituale di visitare LUOGHI SANTI, furono le basi su cui si sviluppò il primo Giubileo del 1300

(indetto da Bonifacio VIII ), come momento di grande convergenza dei fedeli verso Roma.

Dante Alighieri, anche se contrario a Bonifacio VIII per la ricerca del potere temporale della Chiesa sul mondo, esprime pensieri positivi verso il Giubileo che hanno fatto supporre la sua presenza come pellegrino. Nel canto XVIII dell’ Inferno,la descrizione del passaggio dei pellegrini sul ponte S: Angelo è tanto vivida e palpitante da lasciare pensare che il poeta vi abbia assistito di persona. Non va dimenticato che Dante collocò il proprio “ viaggio all’ Aldilà” proprio nell’ anno del Giubileo: anche da questo elemento si può cogliere la risonanza che tale evento ebbe.

Nel 1350 anche Francesco Petrarca giunse a Roma desideroso di vivere in profonda riflessione tale occasione spirituale. Egli scrivendo all’ amico Guglielmo da Pastrengo dice: “Che cosa fai ? non ti disponi finalmente a visitare Roma ? viene gente da tutte le parti : vengono Cimbri, Iberici, Britanni,

Ciprioti, Irlandesi,Daci, Svevi, e tu Italiano te ne

starai ……?” Lui, Petrarca, poeta laureato in Campidoglio, si era lasciato confondere tra la

folla dei pellegrini, come tutti gli altri , ansioso

di perdono e di pace.

Matteo Villani asserisce, riguardo al pellegrinaggio nel periodo del Giubileo, che “…. era impossibile numerare i fedeli che al gran perdono accorsero ….”

Il successo economico oltre che spirituale non

fu da meno: albergatori, tavernieri e tutti

coloro che si trovavano lungo le strade di maggiore percorrenza verso la città eterna rimpinguavano le loro casse.

Altre testimonianze documentano il flusso dei pellegrini che approdavano a Roma durante i pellegrinaggi indetti negli anni dei Giubilei .

………….MA PERCHE’QUESTO FLUSSO? QUALI SENTIMENTI ANIMAVANO I PELLEGRINI? CHE COSA CERCAVANO?

Cercavano il “ Grande Perdono”, l’amore di Dio,

la salvezza.

In prospettiva del pienissimo perdono, i pellegrini erano capaci di azioni che oggi ci lasciano

increduli e sbalorditi “ venivano vestiti del saio dei pellegrini, a piedi, a cavallo; gli infermi e gli sfiniti sui carri, si videro vecchi centenari guidati dai loro nipoti; e giovani che, “simili a Enea, portavano sulle spalle il padre o la madre.” Questo episodio lo narra il Cardinale Stefaleschi. Il miraggio del grande perdono eccitava fortemente il senso dell’espiazione, grazie anche ai numerosi esempi di carità e penitenza cui si assisteva a Roma. Non pochi recavano sulle spalle pesanti croci o camminavano scalzi. Lo stesso papa Nicolò III, nel 1450, percorse le vie di Roma a piedi scalzi per la visita delle Basiliche. Papa Clemente VIII, nel 1600, si recò a lavare i piedi ai pellegrini nella Confraternita istituita da San Filippo Neri e poi li servì a tavola.

Nella prospettiva di grazia e di perdono, Torquato Tasso nel 1575 intraprese il suo pellegrinaggio, visitò con devozione le Basiliche e compì tutte le altre opere previste (parla del significato del viaggio giubilare a Roma nel canto XI della Gerusalemme Liberata). Nella storia dei grandi pellegrinaggi a Roma, non mancarono anche esempi di lotte tra Compagnie nel corso delle processioni. Il letterato Sergardi ricorda che tre Compagnie si scontrarono per la loro precedenza nel portico di San Pietro ( secolo XVII ). Il suo racconto è pittoresco “bastonate e botte sul grugno l’hanno volute e se non accorreva la Compagnia di Guardia con le baionette su le bocche degli schioppi per spartirle, ci nasceva del mal grande [ …. ] seguirono molti inconvenienti e fra l’ altre cose fu gettata a terra la gran balaustra di marmo della Cappella del Sacramento…”.

I grandi pellegrinaggi del passato sono legati soprattutto agli anni giubilari e seguono le vicende storiche della storia dell’uomo. Per esempio Papa Pio IX, nel1875, considerando intollerabile la condizione in cui il papato si era venuto a trovare rispetto al Regno d’Italia, indisse un Giubileo provocatorio e quasi di protesta che ebbe una dimensione spirituale e religiosa minima .

Valore del pellegrinaggio nell’età contemporanea

Con l’arrivo dell’età moderna e contemporanea , il pellegrinaggio acquista una dimensione diversa.

Il pellegrino non si sposta più a piedi con il carro , a dorso di mulo, ma utilizza i nuovi mezzi che le tecnologia sempre più moderna mette a sua disposizione .

Ricorre alle agenzie di viaggio , all’aereo , all’autobus, al treno ecc… per raggiungere il più velocemente e comodamente possibile le mete dei grandi pellegrinaggi .

Il terzo millennio si apre con il Giubileo dell’anno 2000.

La città di Roma è un cantiere aperto , fervono i lavori, giri economici non indifferenti , c’è rischio che il tutto si risolva con una speculazione materiale nella realizzazione di opere pubbliche faraoniche

e non sempre necessarie. Su tali opere si sono levate già forti critiche e parole di condanna da parte di molti osservatori , condivise dallo stesso papa Wojtyla. IL rischio forte è che correndo dietro ai risvolti organizzativi del Giubileo si perda di vista la possibilità di effettiva comunione tra gli uomini attraverso una politica di riequilibrio delle risorse tra i popoli della Terra .

Sarebbe perciò auspicabile che il Giubileo del 2000 offrisse l’ occasione per promuovere una seria politica mondiale che rispetti diritti e dignità di ogni individuo, che risulti un momento di vera unione tra i popoli, nel rispetto dei diversi patrimoni storici e culturali .

Solo scommettendo davvero nel bene e nella fratellanza , la comunità potrà gettare le basi di una società giusta , equa e rispettosa di ogni forma di vita sulla Terra .

Questo , a nostro avviso , è lo scopo del Giubileo nelle sue più profonde radici.

 

Il pellegrinaggio oltre il confine giudaico-cristiano

La pratica del pellegrinaggio è un’ espressione del culto , ha origine antichissime e valica i confini della tradizione giudaico-cristiana .

In India

Una delle più antiche patrie dei pellegrinaggi fu l‘ India . Sul Gange, il fiume sacro della religione induista, si trova Benares ,città sacra ; visitare i suoi templi e lavarsi nel fiume purificante, restano

il desiderio di ogni pio Indiano.

Il pellegrinaggio è un diritto-dovere di ogni individuo indù, siano essi di alta casta o infima condizione sociale, anche il tabù dell’ ”intoccabilità” perde ogni valore discriminante nei luoghi santi.

Ancora oggi vige la regola che il pellegrinaggio perfetto deve essere compiuto a piedi e precise norme determinano la diminuzione del merito religioso acquisito in base al mezzo di trasporto usato. A ricordo del pellegrinaggio compiuto, gli indiani usano farsi fare un tatuaggio.

L’abitudine delle spedizioni religiose nei luoghi sacri era radicata anche fra gli antichi Egizi. Erodoto , lo storico greco, ricorda il pellegrinaggio compiuto in “feluca” sul Nilo per recarsi a Bubasti , al santuario della dea Seket , dove si svolgevano celebrazioni con danze rituali e grandiose luminarie.

Numerosi erano pure i pellegrinaggi nella Grecia antica, per esempio a Delfi, per interrogare l’ oracolo e avere “segni” che indicassero se intraprendere una guerra, stipulare un trattato, allontanare un’ epidemia ecc. .

Ad Epidauro c’ era il tempio dedicato ad Esclepio, il protettore dei malati. Vi si recavano in pellegrinaggio, come oggi a Lourdes, per ottenere la guarigione.

I ritrovamenti di ex-voto e di scritti di ringraziamento

(numerosissimi), fanno pensare che i miracoli do-vessero essere frequenti. Le Olimpiadi erano in origi-

ne dei giochi che si svolgevano nella pianura di Olimpia, dove erano scaglionati, lungo la via sacra, numerosi santuari. I giochi, in origine, avevano lo scopo di intrat-tenere i pellegrini che accorrevano da tutta la Grecia ogni quattro anni.

In Giappone, ancora oggi si compiono pellegrinaggi ai santuari scintoisti, situati in luoghi elevati e diffi-cili da raggiungere, cosicché è meritevole per il pellegrino che vi è stato. I devoti vi si recano a gruppi. giunti sul luogo, digiunano e fanno dei bagni rituali.

Nella religione islamica il pellegrinaggio è uno dei cinque precetti rituali fondamentali. Ogni musulmano libero e adulto, purché le condizioni fisiche ed economiche glielo consentano, è obbligato a fare, almeno una volta, nella sua vita, il pellegrinaggio a La Mecca.

In occasione del pellegrinaggio si trasporta dal-l’Egitto un tappeto destinato a ricoprire le pareti della Caaba. Il pellegrinaggio implica la vista della Caaba stessa, il bacio della “ pietra nera”, la processione, la corsa rituale fra le due colline di Safà e di Marwah e la visita ad altri santuari.

 

 

 

Viaggio della speranza (Lourdes)”

La popolazione di Aquino partecipa a vari pellegri-naggi, tra questi quello a Lourdes è molto sentito.

Da alcune informazioni, abbiamo appurato che la persona più informata nel territorio è la signora Cesari Filomena, che da molti anni si reca nel famo-so santuario.

Tramite conoscenti comuni, siamo riusciti ad ottenere un appuntamento a scuola. L’ incontro è avvenuto nel-la mattinata di sabato 21 febbraio. Dopo le rituali presentazioni, lei ha iniziato a raccontare, con tono calmo e pacato, le sue esperienze:

“Per chi è cristiano e crede in Dio e nei Santi, il pellegri-naggio è un bisogno che sente nell’ anima, che viene dal più profondo del cuore ; si cerca in esso qualche cosa di speciale, di soprannaturale, una consolazione a qual-che cosa di brutto, un miracolo ad una brutta malattia o semplicemente si cerca la fede per credere in qualche cosa. Forse il luogo meta di pellegrinaggi più frequenti, dove ogni anno giungono migliaia e migliaia di pellegrini, è Lourdes. Dal giorno in cui la Madonna apparve a Bernardette, questo posto è nel cuore di tutti i fedeli, ognuno con una speranza nel cuore.

Maggiormente, il pellegrinaggio a Lourdes, lo compiono persone malate e ,per questo, c’e’ un’associazione chia-mata U.N.I.T.A.L.S.I. (unione nazionale italiana trasporto ammalati Lourdes santuari italiani e internazionali), sorta a Roma nel 1903, che è la più grande associazione approvata e riconosciuta dallo stato,che si affida ai vescovi per assistere gli infermi, con la formazione spi-rituale, i quali viaggiano su dei treni chiamati “treni bianchi”. Questi treni, così chiamati, sono organizzati proprio per persone che non possono viaggiare normal-mente,per questo l’U.N.I.T.A.L.S.I.offre personale adatto, maggiormente volontari che danno il loro aiuto disinte-ressatamente. Questi volontari, chiamati barellieri (i maschi) e sorelle d’assistenza o dame (le donne), hanno ognuno la loro divisa: gli uomini indossano una giacca azzurra con delle speciali bretelle, mentre le donne hanno un camice bianco. Il loro lavoro consiste nell’-aiutare in tutto e per tutto gli infermi e si alterna di 4 ore in 4 ore, anche se si può dire che lavorano 24 ore su 24. Non bisogna dimenticare il lavoro incessante e indispensabile che svolgono medici e farmacisti , su questi “treni bianchi”, costituiti da speciali vagoni denominati “attrezzati”, poiché sono predisposti in mo-

do da soddisfare le esigenze di ogni singolo pellegri-

no o malato: sono provvisti di speciali sedie con ruote per tutti quelli che non possono muoversi.

Il viaggio si svolge normalmente,anche se abbastan-

za lungo,però in tutti c’e’ l’ansia di arrivare presto

in questo posto benedetto. Nei pellegrini c’è una for-

za interiore che li spinge verso questo luogo, come se qualche cosa li attirasse. Una volta arrivati a Lourdes essi devono pazientare un po’, perché non vengono accompagnati subito alla grotta, in cui apparve la Madonna, ma devono prima recarsi nei lo-

ro alloggi. Qui vengono accolti dal personale di assi-stenza francese, che aspetta fuori della stazione, addetto al trasporto degli ammalati nel “Centro d’accoglienza”, molto organizzato in quanto dotato

di molti ascensori per salire agevolmente ai piani superiori, mentre i barellieri si occupano del tra-sporto dei bagagli e nel frattempo si sistema anche il personale.

Dopo un adeguato riposo, i pellegrini, pieni di fede, partecipano alla messa celebrata in lingua italia-

na (ogni gruppo di pellegrini può partecipare alla funzione celebrata nella lingua del suo Paese), nei pressi della grotta. A questa funzione partecipo anch’io e ci sono molti bambini malati di tumore accompagnati dai propri genitori. Mentre un bambino

fa la comunione, gli altri ricevono dei garofani, e ciò

li rende molto contenti. Ad assistere a questa gioia

vi sono anche i genitori, che scoprono nella fede la felicità.

Un momento di grande spettacolarità si ha con la fiaccolata che, specialmente se vista dall’alto, appare come un serpente di fuoco che si snoda lentamente nel piazzale. Dopo la funzione serale, migliaia di pellegrini di tutte le nazioni, preceduti dagli invalidi con le carrozzelle, sfilano intorno

al piazzale antistante il Santuario con torce e ce-

ri accesi, cantando inni di lode alla Madonna, poi,

gli invalidi si dispongono a circolo nel piazzale, die-

tro vi si mettono i loro rispettivi gruppi, con stendar-

di e tabelle che ne indicano la provenienza. Si recita

il Rosario, una luce suggestiva brilla negli occhi di tutti, sono dimenticati i dolori e i tormenti della vita quotidiana, esiste in questo momento solo la fede e la speranza. Lì c’é un’ acqua miracolosa, che ognuno por-ta via con sé, in quest’acqua molti pellegrini fanno anche il bagno e l’ evento miracoloso consiste nel fatto che appena fuori da essa, subito ci si ritrova asciutti e comodamente ci si puo’ rivestire. In questo luogo sacro si racconta che siano avvenuti molti miracoli e molte apparizioni riconosciute dalla Chie-

sa, come le 18 avvenute, dall’undici febbraio al sedi-

ci luglio 1858, a Bernardetta, una ragazza quattor-dicenne analfabeta nella grotta di Massabielle. Tra

i miracoli, i più grandi sono le conversioni, che nascono dalla scoperta dell’amore per Dio, esse sono l’album più prezioso dei miracoli che avvengono qui, tra questi vi è la storia (che ho conosciuto personalmente) di una disabile la quale non poteva camminare e un giorno, mentre si recava proprio a Lourdes,nel treno, si alzò da sola ed incominciò a camminare. Ora questa donna

per riconoscenza alla Madonna è una componente dell’U.N.I.T.A.L.S.I. Miracoli avvengono soprattutto nel cuore delle persone, come nel caso di due signore, anch’esse andate per la prima volta qui,che durante

il pellegrinaggio,nelle loro cuccette trovarono dei ragazzi disabili,allora cominciarono a reclamare, perchè non volevano stare insieme a loro, provavano una certa repulsione, così io mi interessai per farle sistemare in un posto più adatto alle loro richieste. Una volta state a Lourdes, però, nel viaggio di ritor-

no, esse cambiarono atteggiamento,infatti divennero più comprensive nei confronti di questi giovani,cercando di aiutarli nel migliore dei modi. Qui la signora Cesari Filomena, ovvero la nostra intervistata, apre una pa-rentesi per confidarci che quando si è recata alla grotta per la prima volta, ha provato un’emozione indescrivibile e inimmaginabile. Poi continua a rac-contare: “Passati alcuni giorni, circa 7, arriva il momento di ritornare nel nostro Paese, così io e altre dame ripuliamo le stanze, prepariamo i bagagli e ritorniamo alla stazione, aspettando con pazienza l’arrivo del treno bianco. Esso è diviso in molti vagoni nei quali si trovano il ristorante, il bagno, le cuccette, un reparto per quelli che non possono sedersi, insomma è molto attrezzato. Durante il tragitto, ogni malato viene accudito da un “volontario”, che non sarà sempre lo stesso per tutto il tempo e non dovrà fare distinzioni e particolarità fra i malati.

Per portare gli ammalati al bagno, se è femmina, la porta la dama con una sedia di ferro, però il più delle volte essa deve essere sollevate e a ciò occorrono i barellieri che la prendono, l’appoggiano sul bagno, lasciandola per le cose intime alla “dama” e ritorna-

no quando richiamati. Infine, dopo 22 ore di viaggio si arriva ad Aquino e, tutti contenti di questo pellegrinaggio, fanno ritorno alle proprie case”.

Una testimonianza così attentibile può venire solo da una persona che, come Cesari Filomena, si reca qui dal 1982, quando essa non faceva ancora parte dell’ U.N.I.T.A.L.S.I. a cui aderì tre anni dopo e da allora non è mancata mai a nessun pellegrinaggio. Per concludere, infine, possiamo dire che chi si reca a Lourdes ha nel cuore molta speranza e fede e trova in questo luogo un’atmosfera divina e miracolosa.

 

 

Testimonianze di fede e di grazie ricevute

La danza del sole

Qui ad Aquino viveva una signora di nome Teresa,

da molti anni gravemente ammalata, la quale fu miracolata dalla madonna di Mediugorye.

La storia iniziò quando Teresa, spinta da sua sorella Angela, si decise ad affrontare il viaggio della speranza verso Mediugorye; lungo la strada Teresa ebbe un attacco della sua malattia che durò per tut-

to il percorso. Giunsero a Mediugorye proprio quando-

si stava celebrando la messa e Angela dovette sollecitare Teresa affinchè si avvicinasse all’Eucarestia. Terminata la funzione religiosa tornarono sul pullman che le condusse al dormitorio. Lì incontrarono una veggente che rivelò loro il messaggio avuto dalla Madonna in cui esprimeva la tristezza per la superficialità di alcune persone che si erano avvicinate all’ Eucarestia senza aver prima ricevuto il sacramento della confessione. Il giorno seguente, Teresa, colpita da quel messaggio, andò in chiesa a confessarsi; una volta uscita pioveva a dirotto, ma la donna, dovendo raggiungere la casa della veggente, decise di incamminarsi ugualmente e con grande meraviglia si accorse che la pioggia non l’ aveva bagnata.

Raggiunta la suddetta casa, Teresa e le altre donne si raccolsero in preghiera; sulla strada del ritorno si fermarono in chiesa e fu lì che all’ uscita assistettero alla “danza del sole”: la grande sfera di fuoco si allontanava, scompariva e riappariva e con essa l’ immagine della Madonna. Teresa e le altre donne trascorsero i restanti giorni raccolte in preghiera.

sulla strada del ritorno, giunte nei pressi di Loreto, furono nuovamente testimoni della “danza del sole”.

A casa, Teresa, felice nello spirito, continuava a rivolgere le sue preghiere alla Madonna di Mediugorye e un giorno, nella solitudine della sua stanza, improv-visamente, vide apparire davanti a sé l’ immagine della Madonna: si paventò, ma continuò a pregare e quando la visione scomparve Teresa si accorse di essere guarita.

 

 

CONVERSIONE A FATIMA”

Il signor Luca, da giovane aveva sempre mostrato indifferenza e chiusura verso la religione; non si interessava ai problemi degli altri e non pensava minimamente di entrare in una chiesa a pregare.

Il 13 di ottobre del 1928, come lui stesso narra, poi-chè svolgeva la professione di autista, gli capitò di accompagnare una signora in pellegrinaggio a Fati-

ma: <<…il giorno che arrivai a Fatima, giunto alla cappella, cominciai a guardarmi intorno e, ad un tratto, il mio sguardo si soffermò sull’ immagine miraco-losa; così caddi a terra in ginocchio. In quel momen-

to sentii un qualcosa dentro che è impossibile esprimere con le parole e, ancora oggi non saprei dirlo, sembrava un brivido che mi attraversava il cuore. Quel giorno qualcosa accadde dentro di me, divenni un buon cristiano>>.

 

 

 

 

 

DALL’INFERNO AL PARADISO

Il signor Antonio era malato di tubercolosi, tanto da non poter più lavorare. La moglie ,preoccupata, pregò la madonna di Fatima affinché lo facesse guarire e fece voto di effettuare un pellegrinaggio a piedi al santuario.

Dopo alcuni giorni il signor Antonio guarì, ma, quando venne a sapere che la moglie, per rispettare il voto sarebbe dovuta andare a piedi, glielo impedì. A nul-

la valsero le proteste della moglie e, dopo poco, la malattia ritornò.

Solo quando un’amica della moglie si recò a casa a trovarlo, riuscì a convincerlo della necessità del viaggio.

Al pellegrinaggio partecipò anche lui. Giunti a Fati-

Ma, il signor Antonio, stanco, svenne e fu ricoverato nell’ospedale di Nostra Signora.

Tornato a casa guarì definitivamente.

 

 

 

 

 

“Il mio pensiero…”

L’uomo moderno, protagonista del nostro tempo, della nostra società di produzione e di consumo, talvolta si sente sperduto per le continue sollecitazioni che gli giungono da mille canali di comunicazione.

Così cerca di trovare una via, che esalti la dimensione dei sentimenti, della gioia, della religiosità, che possa appagarlo.

L’esperienza del pellegrinaggio rappresenta una stra-da che può soddisfare a pieno l’esigenza di spiritualità dell’uomo.

Chi è stato educato nella fede fin da bambino e cresce secondo le leggi del buon cristiano, si sente realizzato nell’animo e nessuno può distoglierlo dal suo credo. E’ questo il sentimento che traspare dalle testimonianze delle persone che hanno partecipato ai pellegrinaggi e che ci hanno trasmesso attraverso le loro parole.

Esse credono nel miracolo come evento interiore, invisi-bile oltre che tangibile.

Diverso è l’atteggiamento di chi non è stato educato al sentimento religioso e che, nel pellegrinaggio, cerca esclusivamente l’opportunità di cogliere l’aspetto più giocoso, materiale, goliardico….

Riteniamo che questa forma di partecipazione non sia del tutto negativa, in quanto essa, comunque, offre la possibilità di socializzare, solidarizzare, ma soprattutto di essere toccati, nell’intimo, dagli altrui esempi di fede e di devozione cui assistono.

Sulla via dei pellegrini : storia e fede

-“ Primi pellegrini

-“Gli albori del pellegrinaggio tra storia e leggenda”

-“Grandi pellegrinaggi ed illustri testimoni”.

-“Valore del pellegrinaggio nell’età contemporanea”

-“Il pellegrinaggio oltre il confine giudaico-cristiano”

-Viaggio della speranza (Lourdes)”

-“Testimonianze di fede e di grazie ricevute

-“La danza del sole”

-“CONVERSIONE A FATIMA”

-“DALL’INFERNO AL PARADISO

-“I NOSTRI PENSIERI…”

 


Sulla via dei pellegriniultima modifica: 2010-02-09T20:20:00+01:00da flosm5
Reposta per primo quest’articolo