Aquino negli anni passati

 

I giochi del passato

La mazza cariccia

Stiamo parlando degli anni Cinquanta. La mazza cariccia consisteva nel colpire un bastone a volo con un altro bastone,cercando di farlo giungere il più vicino possibile alla meta prestabilita. Il gioco  si effettuava fra due o più persone e vinceva chi otteneva il maggior numero di punti.

Il “baccastrummolo”

Ogni ragazzo che andava alle elementari ne aveva uno: si trattava di una trottola fabbricata con le proprie mani, ottenuta da un pezzo di legno, mettendo alla punta un chiodo acuminato. Il gioco consisteva nel lanciarlo in rotazione centrando una precedente trottola che un avversario aveva già lanciato. Il tutto doveva avvenire durante la rotazione, altrimenti il lanciatore perdeva; quindi la bravura consisteva  nel lancio preciso e durevole. Vinceva chi faceva più centri e stravinceva, con grande soddisfazione, se riusciva  a spaccare  lo strumento dell’ avversario.

 

La campana

Questo gioco lo praticavano quasi esclusivamente le ragazze. Per giocare si doveva disegnare una pedana di gioco numerata fino a 8. Il giocatore doveva percorrere il tracciato 2 volte: una volta da 1 a 8 e laseconda da 8 a 1. Se durante il percorso il percorso il giocatoretoccava una linea dello schema, questo veniva eliminato ed ilgioco passava al compagno.

Il gioco delle palline

Questo gioco era praticato soprattutto dai maschi. Si faceva tra due o più partecipanti e consisteva nel centrare una buca preparata in precedenza. Vinceva chi riusciva ad “imbucare” con un numero minore di tiri. Le  palline erano in ferro o anche in vetro (per i più benestanti) e si compravano a sacchetti. Il lancio doveva avvenire obbligatoriamente  caricando il pollice dietro l’ indice, sistemando la pallina nel sito che si veniva a creare. Era consentito avvicinarsi alla pallina dell’ avversario  o alla buca misurando un palmo dal punto di partenza, che era quello della posizione in cui si trovava precedentemente la pallina. Grande soddisfazione dava il danneggiamento della pallina dell’ avversario, che così ne usciva anche deteriorata.

 

Le bambole di pezza

Le bambine che volevano una bambola, dovevano costruirsela da sé, magari aiutate dalle mamme. Erano le bambole di pezza e si facevano cucendo un involucro di pezza, riempiendolo poi con altre pezze. Anche la testa veniva fatta con questo sistema, rifinendola con finti capelli ottenuti con fili di lana e punti di ricamo che raffiguravano  i particolari del volto.

Il pallone

Anche il pallone non si poteva comprare ed allora i ragazzi improvvisavano spesso una sfera ottenuta con stracci arrotolati.

 

IL MANGIARE

Negli anni ’40 il mangiare non era molto ricercato. I contadinim angiavano soprattutto legumi che si trovavano nei  loro orti e li cuocevano sul fuoco. Come primo si mangiava polenta, pasta asciutta, “bottapezzent”, un piatto tipico delle nostre zone. Negli ultimi anni si è cercato di rivivere questi tempi, iniziando la sagra dei “bottapezzent”, piatto che associandosi volentieri al maiale, si fa preferibilmente nei ristorantini della zona, nel periodo di S. Martino, quando nelle campagne si ammazzano i maiali.

Il maiale

In campagna ancora oggi si usa ammazzare il maiale, ma nel passato tutti lo facevano ed era una festa ed un rito a cui partecipavano parenti ed amici con grandi mangiate e bevute. I ragazzi che riuscivano a partecipare, vincendo la paura,  potevano sentirsi più adulti; i bambini,da dietro la finestra,  quasi sempre vivevano questo momento con paura, ma anche come una grande avventura, perché, quello che a loro sembrava un mostro pericoloso, veniva ucciso. L’ uccisione del maiale  sembrava anche crudele, perchè consisteva nel prendere con la forza il maiale dalla sua stalla, che strillava fortemente, si distendeva su una panca  e si scannava. I maiali venivano ingrassati il più possibile, perché il lardo doveva bastare per tutto l’ anno (non bisogna dimenticare che i soldi per comprare l’ olio non  c’erano).Quando un maiale pesava intorno ai tre quintali, il proprietario poteva considerarsene orgoglioso e anche invidiato dagli altri.

Ricetta del pane rosso

Per prima cosa il granturco, che producevano i contadini, veniva sgranato e lavato. Si aspettava che si asciugassee, dentro dei sacchi, veniva portato alla mola, sulla testa, e successivamente macinato. Una volta che la farina era a casa, ledonne la impastavano con il lievito naturale . Il tempoche occorreva per far crescere il pane non era mai lo stesso,  perché dipendeva dalla stagione .

 

 

Il tempo libero

Ce ne era ben poco. La sera, dopo aver finito di lavorare nel campo, la gente tornava a casa per mangiare .Alcune sere, il tempo libero veniva passato insieme agli amici di famiglia. Gli uomini giocavano a carte o anche a dama. Qualche volta la dama era fatta artigianalmente, con dei bottoni di diverso colore. Le donne,invece, sedute vicino al fuoco ,  parlavano per tutta la sera del più e del meno, dei figli e  del raccolto.

L’abbigliamento

L’abbigliamento di quell’epoca era veramente umile. Le donne si v estivano con degli abiti lunghi , molto accollati e spesso di colore scuro. Le scarpe erano le cioce: queste erano scarpe di pelle di buoi, e ce ne erano di due tipi : cioce invernali e cioce estive. Quelle invernali erano uguali a quelle estive , con la differenza che in quelle invernali la pelle di bue aveva ancora i peli; esse avevano una forma bizzarra e presentavano, nella parte anteriore, la forma di un triangolo, e in quella posteriore di un rettangolo. Gli uomini si vestivano con la cappa: eraun mantello nero, tutto intero, che indossavano sopratutto per lavorare nei campi.

 

L’ abitazione e i mobili

L’abitazione, a quei tempi, era molto grande e a volte ci abitavano anche più famiglie. All’interno si dava più importanza alla grandezza della cucina, mentre, le camere venivano fatte di misure ridotte. La cucina era più grande, perché lì si passava più tempo nell’arco della giornata; un altro motivo per cui si faceva la cucina più grande era che ilcamino serviva per riscaldare tutta la casa . Negli anni ’40, il camino era una cosa importantissima, perché‚ oltre a riscaldare le stanze e le persone, serviva per cucinare cibi di vario tipo. I mobili erano umili, chi stava un po’meglio degli altri poteva usufruire di due”arche”: c’era l’arca per contenere pane, olio, uova e farina, mentre nella parte estrema ci si impastava il pane. L’altra arca era quella  dove si mettevano i vestiti ed era quasi uguale all’ altra, ma era di forma ridotta. Al posto dei pensili moderni si usava la “cristalliera” che era come un armadietto dentro cui si mettevano piatti, bicchieri, tazze per il latte e quelle per il caffè. Per quanto riguarda le sedie, ce n’ erano veramente poche. Al posto delle sedie si usava la panca. Se di sedie ce n’ erano, queste erano piccole, tipo sgabello.

LE  RICORRENZE

La fiera del bestiame

La fiera del bestiame, negli anni’40, era una cosa molto importante. Ad Aquino veniva fatta il giorno in cui si festeggiava la Madonna della Libera. Alla fiera venivano mercanti di tutta la zona e portavano con loro animali di vario tipo: mucche, maiali, pecore. Una figura sempre presente era il sensale che serviva a mettere d’ accordo le parti sul prezzo. Essa si svolgeva dove attualmente si trova il Comune.

 

Aquino negli anni passatiultima modifica: 2010-01-29T18:38:00+01:00da flosm5
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